Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola nasce a Padova il 30 novembre 1508, da una famiglia di umili origini. A tredici anni ha iniziato a lavorare come apprendista scalpellino presso il laboratorio di Bartolomeo Cavazza e a studiare l’arte classica e la cultura figurativa di grandi artisti.
Nel 1523 si trasferisce a Vicenza e inizia a lavorare nella rinomata bottega del costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza e dello scultore Girolamo Pittoni. Tra il 1535 e il 1538 conosce il nobile Gian Giorgio Trissino dal Vello d’Oro.
Trissino, uomo colto e prestigioso diplomatico, lo accompagna a Roma per lo studio e l’osservazione della bellezza dell’architettura classica ed ispirandosi a Pallade, dea della saggezza, gli diede il raffinato soprannome di “Palladio”.
Influenzato dall’architettura greco-romana, anzitutto da Vitruvio, il Palladio è considerato una delle personalità più influenti nella storia dell’architettura occidentale. Fu l’architetto più importante della Repubblica di Venezia, nel cui territorio progettò numerose ville che lo resero famoso, oltre a chiese e palazzi. Pubblicò il trattato I quattro libri dell’architettura (1570) attraverso il quale i suoi modelli hanno avuto una profonda influenza sull’architettura occidentale; l’imitazione del suo stile diede origine ad un movimento destinato a durare per tre secoli, il palladianesimo, che si richiama ai principi classico-romani. La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto sono uno dei patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO.
Palladio morì a Maser nell’agosto del 1580 a 72 anni, se non povero, godendo di una condizione economica assai modesta. I funerali furono celebrati senza clamore a Vicenza, dove l’architetto, grazie all’intercessione della famiglia Valmarana, fu sepolto presso la chiesa di Santa Corona. Nel 1844 fu realizzata una nuova tomba in una cappella a lui dedicata nel Cimitero Maggiore di Vicenza su progetto dell’architetto Bartolomeo Malacarne, grazie a un lascito del conte Girolamo Egidio di Velo.